Gaza infiamma Glastonbury, i cori dei Bob Vylan contro Israele: “A morte l’IDF, Palestina libera”

Il conflitto al festival
Innescano un caso internazionale le parole dal palco più famoso dell'UK del duo punk-hip hop. Il festival prende le distanze, il premier Starmer condanna: "Agghiacciante incitamento all'odio"

Nessun passo indietro da parte dei Bob Vylan. “Ho detto quello che ho detto”, si legge sul profilo Instagram del gruppo dopo le dichiarazioni contro Israele e l’esercito dello Stato Ebraico, IDF, la presa di distanze da parte del festival Glastonbury, la condanna del premier britannico Keir Starmer. Quello andato in scena sul palco dell’evento musicale più celebre del Regno Unito, con migliaia di artisti su centinaia di palchi che ogni anno attirano fino a 200mila persone nell’area di Worthy Farm, nel sud-ovest dell’Inghilterra, è diventato un caso internazionale. Stando ai dati forniti dal ministero della Salute di Hamas, che con i suoi massacri del 7 ottobre del 2023 ha provocato la reazione militare di Israele, sono oltre 56.500 le vittime nella Striscia: dati ampiamente sottostimati secondo Lancet.
“Liberate, liberate la Palestina” e “morte, morte all’IDF”, aveva gridato il frontman Bobby Vylan dal palco West Holts. Bob Vylan è un duo punk-hip hop londinese, all’attivo hanno cinque album. “Le Nazioni Unite lo hanno definito un genocidio. La BBC lo definisce un ‘conflitto’”, hanno aggiunto ripetendo lo slogan pro-Pal: “Dal fiume al mare, la Palestina deve essere, e sarà, libera”. La folla ha seguito i cori guidati dagli artisti sul palco, in mezzo alla folla molte bandiere della Palestina. Su Instagram la direttrice del festival Emily Eavis ha scritto di essere rimasta inorridita con gli altri organizzatori da quelle frasi. “I loro cori hanno decisamente oltrepassato il limite e ricordiamo con urgenza a tutti coloro che sono coinvolti nella produzione del Festival che a Glastonbury non c’è posto per l’antisemitismo, l’incitamento all’odio o l’incitamento alla violenza”.
La BBC, che ha trasmesso in diretta streaming l’evento, ha parlato di commenti “profondamente offensivi” e che la piattaforma non renderà l’esibizione disponibile on demand. Quello delle parole del duo è diventato definitivamente un caso diplomatico quando il primo ministro Keir Starmer ha dichiarato: “Non ci sono scuse per questo tipo di agghiacciante incitamento all’odio”. La polizia di Avon Somerset ha annunciato accertamenti sulle parole pronunciate dal palco del festival. Condanna anche da parte dell’ambasciata israeliana che ha dichiarato di essere “profondamente turbata dalla retorica incendiaria e odiosa”.
Vylan ha raccontato su Instagram di esser stato “inondato di messaggi di sostegno e di odio” e di esser stato ispirato alla risposta dalla figlia. “Insegnare ai nostri figli a parlare apertamente per il cambiamento che desiderano e di cui hanno bisogno è l’unico modo per rendere questo mondo un posto migliore”, ha scritto. “Man mano che cresciamo e il nostro fuoco inizia forse ad affievolirsi sotto il soffocamento della vita adulta e di tutte le sue responsabilità, è incredibilmente importante incoraggiare e ispirare le generazioni future a raccogliere la fiaccola che ci è stata passata. Mostriamo loro, a gran voce e in modo visibile, la cosa giusta da fare quando vogliamo e abbiamo bisogno di un cambiamento. Lasciamo che lo vedano marciare per le strade, fare campagna sul campo, organizzarsi online e gridarlo su ogni palco che ci viene offerto. Oggi si tratta di un cambiamento nelle mense scolastiche, domani si tratta di un cambiamento nella politica estera”.
Al set dei Bob Vylan è seguito quello dei Kneecap, band rap irlandese già accusata dal premier Starmer di antisemitismo a causa delle loro posizioni pro Palestina. “Ho detto che ai Kneecap non dovrebbe essere data alcuna piattaforma e questo vale per qualsiasi altro artista che proferisca minacce o inciti alla violenza. La BBC deve spiegare come queste scene siano state trasmesse”. Dal palco la risposta della band: “Il Primo Ministro del vostro Paese – non del nostro – ha detto che non voleva che suonassimo”, ha proclamato Mo Chara, al momento accusato di terrorismo nel Regno Unito per aver presumibilmente mostrato sostegno ad Hamas e Hezbollah. “Allora, fa***lo Keir Starmer”.
l'Unità